In base ai dati ISTAT si calcola che il numero degli ultra 65enni italiani raddoppierà entro il 2050, passando dagli attuali 13,2 milioni (21,7% della popolazione) a 20,3 milioni (34,3%). Stime recenti inoltre confermano un costante incremento dei cosiddetti “grandi anziani”, ovvero dei soggetti sopra gli 80/85 anni, che dal 2,3% della popolazione generale diventeranno il 7,8%.

Parallelamente all’aumentare dell’età media della popolazione è destinata a crescere anche la prevalenza della morbilità, in particolare delle patologie cronico-degenerative che presentano una relazione diretta con l’invecchiamento e assorbono un elevato carico assistenziale. In linea con queste premesse, è possibile affermare che la salute fisica e cognitiva dei 65enni oggi è paragonabile a quella dei 40enni di 30 anni fa: i dati demografici italiani, infatti, indicano che l’aspettativa di vita è superiore di 20 anni rispetto all’inizio del 1900.

Dal punto di vista medico l’invecchiamento è la somma di tutti i cambiamenti fisiologici, genetici e molecolari che si verificano con il passare del tempo.

L’Azienda Ospedaliera ha una specifica linea di ricerca che condivide con l’Università del Piemonte Orientale dedicata proprio all’Aging in quanto l’invecchiamento della popolazione sta lentamente modificando gli scenari epidemiologici, sociali ed economici della nostra società. 

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