Già Aristotele si era interessato al muscolo del cuore segnalando l’esistenza di tre cavità: la maggiore, da cui originano i grossi tronchi venosi; la media, situata al centro, da cui fuoriesce l’aorta; la piccola, posta in basso, dalla quale proviene la trachea.

Le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie che colpiscono il cuore e/o i vasi sanguigni (arterie e vene). Si dividono in due macro-aree: congenite, se presenti dalla nascita, o acquisite, quando insorgono successivamente. Le malattie cardiovascolari rappresentano, insieme a tumori, patologie respiratorie croniche e diabete, il principale problema mondiale di sanità pubblica: queste malattie croniche non trasmissibili sono, infatti, la prima causa di morbosità, invalidità e mortalità e il loro impatto provoca danni umani, sociali ed economici elevati. La Regione Europea dell’OMS, in particolare, presenta il più alto carico di queste patologie e l’Italia non fa eccezione. A livello globale si stima che nel 2019 tali patologie abbiano causato 18,6 milioni di decessi (239,8 decessi per 100.000) e che circa un terzo di questi si verifichi prematuramente nelle persone di età inferiore ai 70 anni.

Numerosi studi epidemiologici hanno inoltre mostrato un’associazione statisticamente significativa tra inquinamento atmosferico ambientale e patologie cardiovascolari: l’esposizione alle polveri sottili è legata a ictus, infarti, ipertensione, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, trombo-embolismo venoso. Lo smog sembra anche influire sullo sviluppo dell’aterosclerosi.

La linea di ricerca mira ad individuare quelle terapie che in futuro diventeranno un nuovo standard in grado di prolungare la vita del paziente o aumentare il tasso di guarigione dalla malattia ed è finalizzata ad analizzare i meccanismi fisiopatologici coinvolti in queste correlazioni.

Tale linea si occupa di varie fasi della ricerca, quella clinica, focalizzata sulla gestione dello scompenso cardiaco refrattario e sui nuovi farmaci emergenti e sulle nuove opzioni terapeutiche con farmaci ipolipemizzanti, sulla correlazione tra sedazione ed effetti neurologici nel post operatorio nei pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico, quella interventistica, focalizzata sui nuovi device per la correzione percutanea e/o mini invasiva della valvulopatia mitralica e tricuspidale, ed epidemiologica per studiare le relazioni tra inquinamento ambientale e malattie cardiovascolari.

Presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria è stata inoltre istituita una Unit di ricerca dedicata all’Innovazione Cardiologica e alla Cardiologia Interventistica che si sta concentrando ad esempio sulle innovazioni tecnologiche in metodiche di imaging intravascolare coronarico e nella valutazione funzionale delle lesioni coronariche.

Dona ora e sostieni la ricerca