Le epatiti rappresentano uno stato di infiammazione del fegato che si può verificare come conseguenza di infezioni, di intossicazioni alimentari, dell’assunzione di farmaci o di malattie autoimmunitarie.

La gran parte delle epatiti si può presentare in forma acuta, a distanza di giorni dall’infezione o dall’esposizione al farmaco o alla sostanza tossica che l’ha causata. Alcune forme di epatite, in particolare quelle da virus o alcol, tendono invece a evolvere lentamente nel tempo portando, negli anni, allo sviluppo della cirrosi epatica che si accompagna a gravi ed irreversibili disfunzioni e a malfunzionamento del fegato.

In Italia e nel mondo le epatiti a maggiore incidenza sono l’epatite alcolica (di origine tossica), l’epatite A, l’epatite B e l’epatite C (di origine infettiva e in particolare virale). A livello mondiale l’epatite B e l’epatite C costituiscono una delle principali cause di mortalità: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, ogni anno si registrano oltre un milione di morti per le conseguenze di entrambe le infezioni e il numero di persone con forme croniche è stimato in oltre 200 milioni per l’epatite B e in circa 100 milioni per l’epatite C.

Le linee di ricerca Aging e Food and Health sono attivate dall’Università del Piemonte Orientale e condivise nell’ambito della collaborazione con l’Azienda Ospedaliera. La corretta alimentazione diventa prevenzione primaria per moltissime patologie, come il cancro e alcune malattie croniche (ad esempio cardiache, metaboliche).

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