Il primo anno di vita rappresenta un periodo di crescita in tutte le aree di sviluppo del bambino che non ha pari in altre età della vita. È noto oggi, contrariamente al passato, che il cervello umano non è completamente sviluppato alla nascita. Alla nascita, la natura fornisce al cervello del neonato la maggioranza delle cellule (neuroni e altre cellule cerebrali) di cui ha bisogno. Nel corso del primo anno di vita la crescita cerebrale è notevolissima soprattutto grazie alla formazione di centinaia di miliardi di connessioni tra cellule (sinapsi) che sono la chiave dell’apprendimento e della memoria. Tutte insieme, esse formano un complesso centro di controllo per la percezione del mondo circostante e per l’acquisizione di funzioni specifiche: non solo vedere, sentire, muoversi, sentire i sapori, ma anche pensare, percepire le sensazioni, e comportarsi in un determinato modo.

La linea di ricerca sulla terapia intensiva neonatale si propone di studiare le relazioni tra inquinamento ambientale, complicanze materno-fetali e neonatali, coinvolgendo risorse e strutture in ambito sanitario e universitario. Le principali patologie del neonato quali la prematurità, l’asfissia perinatale e le malformazioni congenite, rappresentano infatti nelle nazioni sviluppate un importante problema medico ad alta ricaduta sociale ed economica.

Si segnala ad esempio la recente attivazione di uno studio clinico volto a identificare gli interferenti endocrini (ricercati nel latte materno, sangue materno e sangue cordonale) in diverse aree della provincia di Alessandria, nonché a evidenziare eventuali correlazioni tra presenza e livelli di interferenti endocrini nei campioni raccolti e patologie perinatali (aborti, prematurità, anomalie endocrino-metaboliche, iposviluppo, malformazioni congenite).

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