I tumori rari vengono definiti così in quanto colpiscono un numero molto ristretto di persone. Sono a tutti gli effetti delle malattie rare, ma per definirli non si utilizza il criterio scelto dall’Unione Europea per queste patologie (una prevalenza inferiore ai 5 casi su 10.000 persone). Il criterio per identificare un tumore raro si basa invece sull’incidenza, e la soglia è di 6 casi su 100.000 nella popolazione europea.

Possono svilupparsi in diverse parti dell’organismo e avere caratteristiche molto differenti: la scarsa diffusione è l’unico elemento che accomuna tutti i tumori classificati come rari, che rappresentano una famiglia estremamente eterogenea di patologie. Non è possibile definire fattori di rischio comuni per tutti i tumori rari, sia perché queste patologie sono molto numerose e molto diverse tra loro, sia perché le informazioni e gli studi clinici ed epidemiologici su un tumore raro sono spesso limitati proprio dalla quantità insufficiente di casi e dati.

La linea di ricerca sul mesotelioma maligno (considerato un timore raro) è finalizzata a sviluppare un modello unitario di presa in carico globale per migliorare il percorso di diagnosi e cura sia attiva sia palliativa (“simultaneous care” della letteratura anglosassone). Si pone inoltre l’obiettivo di dare una precisa risposta di salute alla più elevata incidenza di patologie asbesto-correlate presenti sul territorio provinciale rispetto alla media nazionale. L’amianto è il principale agente eziopatogenetico del Mesotelioma Maligno (MM). In Italia viene considerato un tumore raro, con un tasso standardizzato pari a 3,26/100000/aa nei maschi e 0,87/100000/aa nelle femmine (VI Rapporto ReNaM, 2018), mentre in provincia di Alessandria ogni anno vengono diagnosticati tra i 50 e i 90 casi di MM pleurico, dei quali più del 70% presenta un’esposizione ambientale all’amianto, contro la media nazionale di 3 casi l’anno.

La linea si occupa di varie fasi della ricerca: da quella clinica e traslazionale per l’identificazione di nuovi trattamenti e approcci diagnostici a beneficio del paziente, a quelle epidemiologica e manageriale per migliorare il percorso di presa in carico globale.

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